Google presenta il suo cellulare: ecco a voi il Nexus One

Il tanto atteso googlefonino alla fine è arrivato. Ieri Google ha svelato ufficialmente il suo prodotto che la proietterà nel mondo della telefonia cellulare. Il prodotto è stato realizzato in collaborazione con l’ormai affermato partner HTC e viene presentato come web-phone, ovvero come il cellulare adatto per la navigazione ovunque ci si trovi.

Queste sono le sue caratteristiche:

Dimensioni e peso

Altezza
119mm
Larghezza
59.8mm
Profondità
11.5mm
Peso
130g con batteria
100g senza batteria

Display

3.7 pollici (diagonale) widescreen WVGA AMOLED touchscreen

800 x 480 pixels

100,000:1 di contrasto

1ms frequenza di risposta

Camera & Flash

5 megapixels

Autofocus da 6cm all’infinito

2X digital zoom

LED flash

Gli utenti possono includere la location della foto grazie all’AGPS incluso

Video catturati a 720×480 pixels con 20 frames per secondo o superiore, in relazione alle condizioni di luce

Cellulare & Wireless

UMTS Band 1/4/8 (2100/AWS/900)

HSDPA 7.2Mbps

HSUPA 2Mbps

GSM/EDGE (850, 900, 1800, 1900 MHz)

Wi-Fi (802.11b/g/n)

Bluetooth 2.1 + EDR

A2DP stereo Bluetooth

Batteria & Autonomia

Batteria rimuovibile da 1400 mAH

Ricarica a 480mA via USB, a 980mA via caricatore addizionale

In chiamata
Più di 10h su 2G
Più di 7h su 3G
Standby
Più di 290h su 2G, Più di 250h su 3G
Internet
Più di 5h su 3G
Più di 6.5h su Wi-Fi
Video playback
Più di 7h
Audio playback
Più di 20h

Processore

Qualcomm QSD 8250 1 GHz

Sistema operativo

Android Mobile Technology Platform 2.1 (Eclair)

Capacità

512MB Flash

512MB RAM

4GB Micro SD Card (Espandibile fino a 32 GB)

Location

Ricevitore Global Positioning System Assistito (AGPS)

Cell tower and Wi-Fi positioning

Digital compass

Accelerometer

Per tutte le altre specifiche potete fare riferimento alla pagina dedicata su google: http://www.google.com/phone/static/en_US-nexusone_tech_specs.html

In queste prime ore si mormora già che il googlefonino potrebbe arrivare in primavera in Italia, con vodafone.
Per tutte le altre info potete andare su www.google.com/phone

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Un tool open source per la progettazione dei database

Ogni buon programmatore che si rispetti sa che non si può creare un database dal nulla. Proprio i database sono alla base di qualsiasi software degno di nota, e sono indispensabili per la realizzazione di un sito web.

Da buon fanatico di progetti open source, ma soprattutto dell’ambiente php-mysql per la creazione di web application mi sono dato da fare nel mio sport preferito e ho trovato un tool davvero interessante.

Si chiama MySQL workbench e proviene dagli stessi laboratori dai quali ci viene fornito uno dei DBMS open source più conosciuti al mondo. E’ da qualche mese che lo uso ogni volta in cui ho bisogno di realizzare un db, a lavoro o a casa e lo trovo davvero utile e funzionale. Che cos’è workbench? Semplice! Un sw che consente di progettare un database, partendo dalla realizzazione dello schema E-R e risparmiando molto lavoro a noi poveri programmatori.

In sostanza basta disegnare lo schema del database inserendo tabelle, chiavi primarie, chiavi esterne, indici, trigger, viste e chi più ne ha più ne metta, e workbench farà per noi tutto il resto. Una volta disegnato lo schema infatti, sarà possibile esportare la struttura del db creato e reimportarla nel nostro DBMS. Io uso abitualmente MySQL e workbench mi permette di esportare in un file .sql le query di creazione della mia base dati, pienamente compatibili con questo DBMS, e di creare con una import il database vero e proprio.

Esiste in due versioni, la community e la standard, la prima rilasciata gratuitamente sotto licenza GPL mentre la seconda a pagamento (e con alcune funzionalità in più) al costo di 79$ per svillupatore per anno. Ovviamente non mi sono potuto permettere di acquistare la versione standard, ma la community svolge il suo egregio lavoro in maniera impeccabile.

Dimenticavo, workbench è multipiattaforma ossia esiste nella versione per Linux (comodo pacchetto debian autoinstallante, o rpm), nella versione per Mac OS X e nella versione per Windows in modo che nessuno possa lamentarsi e tutti possano progettare in tutta serenità i propri database sul proprio sistema preferito.

Direi che non vi resta che provarlo!
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Esportare immagini per il web con gimp!

Nonostante non sia un appassionato di grafica, a volte mi trovo a dover fare dei piccoli fotoritocchi.

Usando ubuntu ovviamente non ho a disposizione il dio sceso in terra dei programmi di fotoritocco, per cui mi devo arrangiare.

Checchè se ne dica, trovo che gimp faccia il suo onesto dovere, ma così com’è quando viene installato (su win) o quando ci arriva (insieme ad ubuntu) non permette di salvare immagini ottimizzate per il web.

Ecco che quindi oggi voglio suggerirvi un ottimo plugin per esportare immagini nei più comuni formati, adattate e ottimizzate per essere utilizzate sul web:

Questa è la pagina ufficiale del plugin dove trovare un .tar.bz2 per linux e un .zip per windows (32bit):

http://registry.gimp.org/node/33

Per installarlo dovete andare a copiare il contenuto dell’archivio estratto all’interno della cartella locale di gimp dei plugin path-to-gimp/plug-ins/ e riavviare il programma.

Noterete che è stata aggiunta una voce al menu file (“save for web” appunto) e cliccando qui, potrete scegliere le varie opzioni di esportazione…

Non ancora abbastanza soddisfatto però ho cercato il pacchetto per ubuntu e ovviamente esiste! ;-)

Quindi eccovi il link per scaricare il .deb bello pronto per essere installato sul vostro ubuntu:
http://www.mediafire.com/?yngomdz4hem

Un ultimo consiglio: prima di dire che certe cose si fanno solo con photoshop provate a googleggiare un po’ e vedrete che gran parte delle cose, sono ben spiegate in guide per gimp, nonostante senza ombra di dubbio photoshop è e rimane il miglior software per il fotoritocco. :-)
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Pubblicare automaticamente i propri post su twitter


Proprio oggi è uscita la notizia che l’interfaccia utente di twitter è stata tradotta in italiano.

Personalmente non ho ancora preso l’abitudine di usare questa piattaforma di microblogging però ne ho sperimentato la sua potenzialità in alcune occasioni. Una in particolare mi ha lasciato davvero senza parole. Certo l’argomento non era dei più “scottanti” ma poco importa, è il succo della questione che lascia a bocca aperta. Qualche tempo fa (un martedì) quando era nell’aria un aggiornamento dei nuovi iMac, macbook e macmini mi collegai a twitter e digitai nel campo di ricerca la parola apple store già dal primo pomeriggio (le 14,30 circa)… Così ogni frazione di secondo ero aggiornato sui nuovi cinguettii che contenessero la parola apple store. Proprio così sono stato informato che per primi erano stati messi offline gli apple store di australia e nuova zelanda, e poco per volta venni informato del totale oscuramento degli apple store di tutto il globo. Allo stesso modo appena tornarono online i negozi apple con tutte le novità, rimasi quasi aggiornato in tempo reale.

Da allora mi sono iniziato a documentare un po’ e ora voglio suggerirvi un sito, molto utile per poter avvertire chi ci segue da twitter, sui nostri nuovi post. twitterfeed.com preleva i post dal feed del vostro blog e automaticamente riempie i 140 caratteri con l’inizio del post e una tinyurl al post. Figata? Oh yes! In pochi secondi lo configurate, e senza che ve ne dobbiate ricordare, questa applicazione vi aggiorna in automatico il vostro profilo su twitter… provatelo![ad]

Google chrome beta per linux e mac!

Ebbene sì ragazzi è arrivata!

Proprio in questi minuti è stata anche inviata la mail a chi si era iscritto per ricevere un avviso quando fosse stata pronta la versione di Google Chrome per linux.

Che dire, io aveva già installato la versione unstable da tempo, e di tanto in tanto la provavo, ultimamente gli aggiornamenti si erano fatti più frequenti, e così il team di google ci ha regalato la beta del suo browser in anticipo rispetto al Natale.

Adesso sia gli utenti linux, sia i macachi hanno a disposizione un nuovo browser…

Collegandovi a questa pagina, verrà riconosciuto il vostro SO e potreste scaricare la versione adatta a voi ;)

Questo invece è il link al post ufficiale sul chrome-blog ;-)
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Come una barca alla deriva…

Sì è questa immagine che vedo quando penso a noi italiani… Ma partiamo da lontano:
E’ notizia di oggi (o forse di ieri, ma poco importa) che è stata trovata una parte (almeno così la penso io) del tesoro di quel simpaticone di Callisto Tanzi. Mi è balzata agli occhi questa notizia probabilmente perchè giusto un paio di giorni prima a report avevano intervistato proprio lui, il “magnate” del latte italiano (parmalat per chi non lo sapesse), e balbettando come quasi per far vedere che stava male, diceva di non sapere nulla del suo tesoro, di non averlo mai avuto e che questi quadri di cui si parlava non esistevano tra i suoi averi….

Proprio in questi giorni, sono state trovate numerose opere d’arte (dei Monet, Manet, Van Gogh, ecc ecc…) in casa di un parente di Tanzi. Una di queste era pronta ad essere spedita in Russia per una cifra che si dice si aggiri attorno ai 10milioni di euro.

Posto che a quel testa di ***** (c’è scritto latte sotto gli asterischi) non bisogna dare ascolto perchè ce la mena col suo balbettare, ma secondo me sotto sotto, se la ride della grossa, vorrei capire com’è possibile che dal 2003 ad oggi, nessun organo giudiziario o nessuna squadra di polizia (,finanza,carabinieri ecc ecc) abbia trovato questa fortuna artistica? Com’è possibile che con tutte le persone che dicono di indagare sul caso parmalat, debba essere una trasmissione televisiva (che ad inizio anno sembrava sull’orlo del baratro per voleri delle alte sfere) ad aver trovato questa fortuna? Nessuno se lo chiede? Vi sembra normale che con tutte le persone che stanno investigando non trovino nulla, e poi una squadra di giornalisti metta tutti sulla retta via? Funziona ancora qualcosa, o ci stanno prendendo ampiamente per i fondelli?… Io sono convinto della seconda affermazione, ma spero di sbagliarmi altrimenti questa barca è davvero destinata ad affondare…..
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È giunta l’ora…

Devo tristemente annunciare la recente fine della gloriosa storia del mio buon vecchio dade-laptop.

Venerdì sera, mentre navigavo su facebook, sì è spento tutto **TACK** e da lì non ne ha più voluto sapere… Premendo il tasto di accensione, parte l’interfaccia audio dj ma il pc vero e proprio, non dà segni di vita… Le ho provate tutte: invertire i banchi di ram, staccare e riattaccarle il disco, resettare il bios, ma nada de nada… Dopo 4 anni e mezzo di onorato servizio se ne va in pensione, sbattendo la porta e senza salutare nessuno… e lasciandomi con l’eterno dubbio:

Lo compro ora il mac??? o aspetto l’anno nuovo???

si accettano consigli…

Intanto in memoria del caduto, vi lascio il link alla sua scheda tecnica:

ASUS A6775 GALH
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for technorati-: claim token X4W8338UB7Y2

Sincronizzare files tra due server e schedulare i backup

Nuovo capitolo delle mie avventure lavorative… Ieri ho impiegato la mia giornata nel configurare una nuova macchina come server di backup di un file server già presente nel nostro ufficio.

All’inizio di aprile avevo già provato l’ebrezza di installare un file server, con 4 dischi da 1 TB ciascuno in RAID 5. Ora quel server, usato soprattutto per backup di progetti adobe premiere, quindi file di grandi dimensioni, è quasi pieno (93% di spazio occupato, su 2 TB). La settimana scorsa così, è partito l’ordine per la nuova macchina, che dovrà eseguire il backup dei dati presenti su quel server. Un hp con 4 dischi da 1,5 TB.

Ho così scaricato la nuova versione di ubuntu server (9.10) e avviato l’installazione, partizionando il disco con volumi per il raid e installando il raid 5 software. Il multidevice RAID è stato configurato in modo da usare tutti i 4 dischi, senza prevedere un disco di spare (quindi bisogna ricordarsi di rivolgere qualche preghiera ogni tanto :P), per un totale di 4,5TB disponibili.
A questo punto dopo aver installato l’ssh :

sudo apt-get install openssh-server

… e la condivisione samba (maggiori informazioni qui) ho googleggiato un po’ per scoprire come configurare rsync e schedulare un backup da un server ad un’ora prestabilita della notte.

rsync è un ottimo programma per il backup da linea di comando e usa l’ssh per eseguire una copia tra due macchine in rete.

Le cose però si fanno più complicate quando bisogna schedulare il backup… Quando si stabilisce una connessione ssh infatti, il server destinazione richiede l’autenticazione (nome utente e password), e se si vuole eseguire un backup notturno, inserire nome utente e password non è possibile. Esiste quindi un modo per bypassare l’autenticazione ssh creando una chiave rsa e condividendola tra i due nodi (sorgente e destinazione).

Il primo passo è quello di abilitare l’autenticazione con chiave rsa sul server destinazione:

sudo vim /etc/ssh/sshd_config

…e assicurarsi che siano presenti le tre linee seguenti:

RSAAuthentication yes
PubkeyAuthentication yes
AuthorizedKeysFile .ssh/authorized_keys

…e riavviare il server ssh:

sudo /etc/init.d/ssh restart

Bene ora spostiamoci sul server sorgente e creiamo la chiave rsa (consiglio, autenticatevi come root per non avere problemi di permessi):

ssh-keygen -t rsa

A questo punto andiamo nella cartella .ssh nella home (se avete ascoltato il consiglio sarà /root/.ssh) e troverete due file: id_rsa e id_rsa.pub (chiave privata e chiave pubblica). Aprite il file contenente la chiave pubblica, e copiate il suo contenuto per intero.

A questo punto torniamo sul server destinazione e creiamo la cartella .ssh nella home del profilo con il quale si vorrà connettersi via ssh. Qui creiamo il file authorized_keys e copiamoci dentro la chiave pubblica del server. Bene (assicuratevi di assegnare i giusti permessi, in genere 600 al file e 700 alla cartella se non volete che qualcuno si impossessi della chiave rsa) a questo punto dovreste testare la connessione ssh dal server sorgente a quello di destinazione. Vi chiede la password? allora avete sbagliato qualcosa, o avete avuto sfortuna :-P cancellate i file creati e ripartite dalla creazione della chiave.

Se invece tutto sembra andare per il meglio non vi resta che schedulare lo script di rsync.

Per schedulare un job, su linux è buona prassi usare crontab.

Prima di tutto andate nella cartella /root e create un file rsync.sh. Il suo contenuto potrebbe essere una cosa del tipo:

#!/bin/bash

SOURCEPATH=’/source/directory’
DESTPATH=’/destination’
DESTHOST=’123.123.123.123′
DESTUSER=’destuser’
LOGFILE=’rsync.log’

echo $’\n\n’ >> $LOGFILE
rsync -av –rsh=ssh $SOURCEPATH $DESTUSER@$DESTHOST:$DESTPATH 2>&1 >> $LOGFILE
echo “Completed at: `/bin/date`” >> $LOGFILE

…salvate ed è tutto (quasi) a posto.

Non rimane che editare il file di crontab e aggiungere l’istruzione per lanciare ad un’ora prestabilita il file .sh appena creato:

sudo crontab -e

Qui dentro dovrete inserire una linea del tipo:

0 4 * * * /root/rsync.sh

Salvate ed uscite.

Ora il vostro lavoro partirà alle ore 4.00 di tutti i giorni, di tutti i mesi [,di tutti i giorni della settimana])

Bene, ora avete un backup giornaliero dei vostri dati, su un altra macchina. figo no? ;-)

ps: la maggior parte di questa guida, si basa su quest’altra guida, davvero ottima, anche se in anglais…
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Un software di navigazione gratuito?

Indovinate un po’ chi lo sta preparando? Non ve lo dico neppure

Gustatevi il video:

La notizia è già uscita da un po’ però mi sembra abbastanza importante sottolinearla. Soprattutto visto che fino ad oggi ci sono fior fior di software e dispositivi di navigazione dedicati e ovviamente a pagamento. Google invece sta dotando alcuni dei suoi telefoni con Android con questo software di navigazione.

Ovviamente quando c’è qualcosa che funziona bene, non lo si tocca e proprio per questo il software di navigazione di Big G si basa su google maps.

Al momento questa chicca è in fase di sperimentazione solo negli stati uniti e solo su alcuni telefoni, ma secondo me Tom Tom, Garmin e(…chi? Ovi Maps? ma va laaaaa’!) compagnia bella possono iniziare a preoccuparsi, non pensate?
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