Django + Supervisor su Ubuntu server

Supervisor, Django e Gunicorn

Continuando ad interessarmi al mondo Django sono venuto a conoscenza di un interessante sistema da utilizzare nello stack per il deploy di un’app sviluppata con questo framework.

Sto parlando di Supervisor, un sistema client/server per il controllo di processi Unix. Inizialmente nel mio stack avevo utilizzato Upstart, il controllore di processi presente di default su Ubuntu, ma utilizzando la funzione respawn, ossia per ogni processo terminato ne viene lanciato un altro, il sistema si perde il riferimento con il processo lanciato e i comandi di stop non hanno più effetto. Sentendo parlare bene di Supervisor mi sono deciso a provarlo ed effettivamente funziona alla grande!!! E’ possibile conoscere lo stato di tutti i processi registrati in Supervisor oltre ai classici comandi di start, stop e restart dei vari processi attivi.

Supervisor è presente all’interno del repository dei pacchetti Ubuntu, quindi per installarlo è sufficiente il comando:

sudo apt-get install supervisor

Per il primo avvio è necessario digitare:

service supervisor restart

A questo punto possiamo aggiure un nuovo programma, che nel caso di applicazioni Django sarà lo script python per l’avvio di Gunicorn (il server wsgi per Django di cui ho già ampiamente parlato qui), vediamo un esempio:

command = '/opt/APP_VIRTUAL_ENV/bin/gunicorn'
pythonpath = '/SRC/APP/PATH/'
bind = '127.0.0.1:8000'
workers = 3
user = 'CUSTOM_USER'
pid = '/var/run/APP_NAME.pid'
accesslog = '/var/log/gunicorn/APP_NAME/access.log'
errorlog = '/var/log/gunicorn/APP_NAME/error.log'

Ovviamente questo è un mio esempio di script per il lancio di gunicorn relativo ad una app django, ma questo tipo di configurazione è valido per qualsiasi processo che si vuole controllare, basta specificare all’interno di “command” il comando che supervisor deve lanciare e controllare. Io sono solito mettere questo script in una cartella chiamata appunto “script” allo stesso livello dei sorgenti dell’app, ma può essere posizionato in qualunque punto del sistema. Sarà poi il file di configurazione del programma in supervisor a dover sapere dove recuperare lo script appena preparato.

Come dicevo, supervisor viene informato di un comando da lanciare mediante un file (un file per ogni comando) all’interno della cartella /etc/supervisor/conf.d/APP.conf contenente le seguenti linee:

[program:APP_NAME]
command=/opt/APP_VIRTUAL_ENV/bin/gunicorn APP_NAME.wsgi:application -c/SRC/APP/SCRIPT/PATH/gunicorn_config.py
autostart=true
autorestart=true
stderr_logfile=/var/log/gunicorn/APP_NAME/supervisor_stderr.log
stdout_logfile=/var/log/gunicorn/APP_NAME/supervisor_stdout.log

Non sto a spiegare nel dettaglio il significato della prima linea, che è il comando per avviare Gunicorn con la nostra app django tramite lo script precedentemente scritto, mentre la seconda e la terza linea dicono a Supervisor rispettivamente di avviare il comando all’avvio del sistema e di riavviare i processi che vengono terminati in modo non naturale. Le ultime due linee specificano i percorsi dei files di log di Supervisor.

A questo punto dobbiamo dire a Supervisor di leggere la nuova configurazione:

supervisorctl reread

Seguito dal comando per abilitare il nuovo programma:

supervisorctl update

Adesso la nostra app dovrebbe essere avviata!

Potete controllare lo stato di Supervisor con il semplice comando:

supervisorctl status

Per avviare, stoppare o riavviare i processi sono presenti i comandi:

supervisorctl start
supervisorctl stop
supervisorctl restart

Mentre per avviare la console interattiva di Supervisor è sufficiente digitare:

supervisorctl

Non vi resta che scrivere app (Django, Node, ROR o ciò che più preferite) e farne controllare i loro processi da Supervisor!

Id alfanumerici per le chiavi primarie in django

 

Django web framework

Oggi torno sul blog per scrivere un breve tutorial riguardante il “mondo” Django.

Da buon appassionato di questo framework continuo nei miei esperimenti e in questo articolo spiegherò come modificare le chiavi primarie delle tabelle django da numero intero a stringa alfanumeriche sulla falsa riga degli uuid di PostgreSQL.

Il framework usa come default chiavi primarie di tipo integer che per ovvi limiti di architettura del tipo int possono essere grandi al massimo 32 bit. Con poche righe di codice vedremo come sostituire la chiave primaria con un valore generato tramite il modulo python uuid.

Per prima cosa in genere mi creo un file utils.py nell’app principale, un modulo in cui inserire tutte le funzioni di utilità per l’app. All’interno di questo file andremo a creare la nostra funzione che genererà gli uuid in questo modo:


import uuid

def make_uuid():
   return str(uuid.uuid1())

In questo modo genereremo un id alfanumerico basato sul mac address dell’host da cui viene generato, un numero di sequenza (in questo caso random) e il timestamp corrente. In questo modo non solo avremo id univoci all’interno della tabella, ma addirittura all’interno dell’intero database azzerando di fatto la possibilità di collisioni (l’unica possibilità sarebbe se venissero generati nello stesso istante due id con lo stesso numero di sequenza, non impossibile ma altamente improbabile).

Una volta scritta questa funzione non ci resta che usarla per generare gli id all’interno dei nostri model come nell’esempio sottostante:

from APP_NAME.utils import make_uuid
from django.db import models

class MyModel(models.Model):
   id = models.CharField(max_length = 36, primary_key = True, default = make_uuid, editable = False)
   ... altri campi ...

Come potete vedere si dovrà importare la funzione appena scritta all’interno del file models.py e utilizzarla per specificare il valore di default del campo id (omesso di default in caso di id standard).

Se si volesse evitare di usare il mac address della macchina per generare l’uuid si potrebbe utilizzare una funzione differente. Ad esempio la uuid.uuid4() genera uuid random, ovviamente a discapito di una, seppure remota, possibilità di collisioni.

Eseguire un’applicazione Django su ubuntu server con nginx, gunicorn, upstart e mysql (DUNG stack)

Gunicorn

Oggi torno a scrivere sul blog per raccontare come eseguire il deploy di un’applicazione Django su ubuntu server con Nginx come web server, Gunicorn come application server WSGI e MySQL come DBMS.

Inizialmente per ospitare un’applicazione scritta con il framework Django utilizzavo un classico stack in stile LAMPP (Linux + Apache + mod_wsgi). Successivamente per cercare di limitare l’utilizzo di ram ho scoperto (grazie al blog degli ingegneri di instagram) lo stack DUNG che rappresenta la configurazione con nginx + gunicorn + ubuntu.

Non appena si iniziano le configurazioni si comprendono la semplicità e la velocità di messa a punto del nuovo stack. Nginx usa file di configurazione scritti con una sintassi simile ad un linguaggio di programmazione, molto più semplici da comprendere e da scrivere per chi ha poca dimestichezza con queste cose.

Per prima cosa installiamo nell’ordine mysql e nginx, successivamente installiamo django.

Fatto ciò, tramite easy_install possiamo installare Gunicorn:

sudo easy_install gunicorn

A questo punto dobbiamo configurare nginx come proxy server per le richieste: tutto ciò che riguarda i file statici (immagini, css, js, ecc…) verrà servito direttamente da nginx mentre le richieste inerenti il codice python dovranno essere girate al server WSGI (gunicorn nel nostro caso) che le eseguirà e restituirà la pagina risultante.

Come per apache i file di configurazione dei vari siti sono in /etc/nginx/sites-available (invece di /etc/apache/sites-available), per cui creiamo il file di configurazione per la nostra applicazione django in questo modo:

upstream project {
        server 127.0.0.1:8200 fail_timeout=0;
        server 127.0.0.1:8201 fail_timeout=0;
}

server {
        listen 80;
        server_name mydomain.com www.mydomain.com;
        access_log /var/log/nginx/mydomain_access.log;
        error_log /var/log/nginx/mydomain_error.log;

        root /srv/django_srv/mydomain/app;

        location / {
                proxy_set_header Host $host;
                if (!-f $request_filename){
                        proxy_pass http://project;
                        break;
                }

        }
        location /upload  {
                alias /srv/django_srv/mydomain/uploads;
                }
        location /static  {
                alias /srv/django_srv/mydomain/app/_statics;
        }
        location /admin/media {
                alias /opt/Django-1.3.1/django/contrib/admin/media;
        }
}

Come potete vedere nel blocco di configurazione upstream project a questo punto dobbiamo configurare gunicorn in modo da farlo rispondere sulla porta 8200 e 8201. In questo modo quando caricheremo aggiornamenti del nostro progetto e dovremmo riavviare gunicorn, il sito non sarà mai irraggiungibile, inoltre se il processo gunicorn dovesse crollare per qualche motivo ce ne sarà sempre un altro disponibile. Gli alias che vedete sono per i file uploadati dagli utenti tramite l’applicazione, i file statici del sito e i file statici per il backend amministrativo (per questi ultimi dovete dare il path alla cartella di installazione di Django). Dopo aver salvato questo file create un link simbolico nella cartella effettiva dei siti di nginx:

ln -s /etc/nginx/sites-available/mydomain.com /etc/nginx/sites-enabled/mydomain.com

Per avviare gunicorn, essendo su ubuntu, utilizziamo upstart il nuovo sistema per avviare tasks e servizi all’avvio del sistema. Creiamo il file /etc/init/gunicorn_8200.conf e copiamo le seguenti istruzioni:

description "Gunicorn Django on 127.0.0.1:8200"
start on runlevel [2345]
stop on runlevel [06]
respawn
respawn limit 10 5
exec /usr/local/bin/gunicorn_django --bind=127.0.0.1:8200 --workers=2 --access-logfile=/var/log/gunicorn/8200_access.log --error-logfile=/var/log/gunicorn/8200_error.log --daemon /srv/django_srv/mydomain/app/settings.py

Con queste istruzioni diciamo al processo gunicorn di ripartire in caso di crash (respawn) di rispondere all’indirizzo 127.0.0.1 sulla porta 8200 (–bind) di partire come demone (–daemon) e gli diamo i percorsi dei file di log e del file di settings della nostra applicazione.

A questo punto riavviamo il server per verificare che anche upstart funzioni:

shutdown -r now

Il gioco è fatto e la nostra applicazione è pronta per essere utilizzata. I file del progetto django (in base a questa configurazione) devono risiedere in /srv/django_srv/mydomain/app, mentre i file di upload sono in /srv/django_srv/mydomain/uploads per fare in modo che non siano all’interno dell’applicazione e che siano facilmente backuppabili ;)

Spero di essere stato esaustivo, di sicuro con questa configurazione vi potrete accorgere del notevole risparmio di ram rispetto ad un classico stack che utilizza apache come webserver.

Installare Django 1.3 su Mac OS X 10.7 Lion e XAMPP 1.7.3

Se anche voi come me siete curiosi utilizzatori di mac, in questi giorni sarete sicuramente stati tentati di installare l’ultima versione di OS X, ovvero la major release 10.7 denominata “Lion”.

Se non avete ancora provveduto all’aggiornamento, ma siete in procinto di farlo, vi consiglio quest’ottima guida di macitynet (onde evitare problemi al primo avvio di Lion).

Terminato l’aggiornamento sembrava tutto apparentemente funzionante, fino a quando non ho tentato di avviare il server di sviluppo di django. Non ricordo con precisione l’errore ma il succo era che il driver per la connessione al db non era più funzionante. Ingenuamente ho disinstallato mysql-python(conosciuto anche come mysqldb) credendo fosse sufficiente una reinstallazione…. ripeto: ingenuo. ;-)

Lanciando il comando:

sudo python setup.py build

ottenevo una sbrodolata di errori relativi a librerie gcc. A fiuto ho quindi reinstallato xcode (scaricabile gratuitamente dall’app store) e rilanciato la build di mysql-python… ancora errori, ma quelli precedenti sembravano risolti. Ora le rogne venivano dal mysql_config mancante… Ho scoperto che nella cartella di installazione di mysql-python c’è un file site.cfg che contiene questa famosa variabile mysql_config, la quale deve contenere il path al file mysql_config (file di configurazione di mysql). Per me che uso XAMPP 1.7.3 su mac questo file si trova in “/Applications/XAMPP/xamppfiles/bin”.

Lanciando la build del driver ottengo errori dovuti alla mancanza degli headers di mysql, errore che avevo già riscontrato nell’installazione di Imagick su XAMPP per Mac, vado per cui diretto sul sito di XAMPP 1.7.3, scarico il development package e lo installo.

Sperando nella buona sorte rilancio per l’ennesima volta la build di mysql-python e incappo nell’ennesimo errore. Questa volta sembra che sia dovuto ad una errata versione di XCode, ma leggendo più approfonditamente noto che il problema è dovuto al mancato supporto power-pc (ppc) a partire da XCode 4. Per risolvere questo ennesimo problema si deve editare il famoso mysql_config (in “/Applications/XAMPP/xamppfiles/bin” per chi usa XAMPP) nel seguente modo.

Alla riga 97 sostituite la versione minima di mac osx, io ho modificato da 10.4 a 10.6 (vedete voi), la mia riga ora è così:

ldflags='-L/Applications/XAMPP/xamppfiles/lib -I/Applications/XAMPP/xamppfiles/include -mmacosx-version-min=10.6 '

Alla riga 122 riportate la versione di mac appena modificata e inoltre eliminate la voce -arch ppc, la mia riga ora si presenta così:

cflags="-I$pkgincludedir  -I/Applications/XAMPP/xamppfiles/include -L/Applications/XAMPP/xamppfiles/lib -mmacosx-version-min=10.6 -arch i386 -D_P1003_1B_VISIBLE -DSIGNAL_WITH_VIO_CLOSE -DSIGNALS_DONT_BREAK_READ -DIGNORE_SIGHUP_SIGQUIT  -DDONT_DECLARE_CXA_PURE_VIRTUAL " #note: end space!

A questo punto lanciate la build e per magia arriverà fino al termine senza più errori. Potete quindi installare il pacchetto lanciando il comando:

sudo python setup.py install

A questo punto django sarà tornato alla normalità (a meno che voi utilizzaste le python image library, PIL, per cui dovrete reinstallare anche quelle, ma io non ho riscontrato problemi nel farlo).

Preparare un web server per django su ubuntu server 10.04

Poco tempo fa ho scoperto il favoloso mondo di Django, un web framework che consente di scrivere meno codice e creare applicazioni python davvero molto efficienti.

Oltre ad essere un framework che implementa l’MVC(Model View Controller), la caratteristica che mi ha attratto maggiormente è una fantastica funzionalità di ORM(Object Relational Mapping).. cosa significa? In poche parole nel file che implementa il “Model” (models.py) dovrete dichiarare gli oggetti che verranno trasformati in tabelle del vostro database, al resto penserà django. Infatti una volta collegato un db e scritte le classi del modello, con la funzione syncdb verranno create le tabelle residenti sul db. Vi rimando però al tutorial ufficiale per capire davvero qualcosa in più su questo fantastico framework…

In questo post vi farò vedere i pochi e semplici passi per configurare un web server adatto ad ospitare un’applicazione django. Ovviamente il server linux girerà grazie ad ubuntu server ed in particolare nella versione LTS(long term support) 10.04. Salterò ovviamente i passi dell’installazione vera e propria del sistema operativo (anche perchè ormai è a prova di win-user :-P ).

Partendo da un sistema pulito, su cui non è stato installato nessun componente, dovremo per prima cosa assicurarci che il sistema sia aggiornato:

sudo apt-get update
sudo apt-get dist-upgrade
sudo apt-get upgrade

Fatto ciò possiamo procedere con l’installazione dei componenti necessari a mettere in piedi un server web, il che equivale ovviamente ad installare il buon vecchio Apache:

sudo apt-get install lamp-server^

In questo modo installeremo tutti i pacchetti per avere un server LAMP ovvero con apache come detto, e con mysql per la parte di database (verrà installato anche php5 per poter utilizzare phpmyadmin, l’interfaccia per la gestione da web di mysql)

Attesi i dovuti tempi per lo scaricamento, l’installazione e la configurazione dei vari pacchetti (vi verrà chiesta la password per mysql) dovreste avere il vostro server web funzionante (potete testarlo collegandovi da un qualsiasi browser nella rete all’indirizzo ip del server es: http://192.168.0.1 ).

Bene, ora manca un ultimo componente per avere il server pronto: il mod_wsgi ovvero il modulo apache per l’interpretazione del codice python:

sudo apt-get install libapache2-mod-wsgi

Ora non ci resta che installare il driver per fare comunicare python e mysql, che come detto sarà per comodità il nostro dbms:

sudo apt-get install python-mysqldb

Ora possiamo procedere al download e installazione del framework dal sito ufficiale di django(vi risparmio il “wget”, mi sembrava troppo da nerd, ma si può fare ;-) ). Trasferite il tar.gz sul server se non è già lì, e scompattatelo (tar -xvzf nomefile.tar.gz per i newbie). Ora entrando nella cartella che avete ottenuto dalla scompattazione potete installare django:

sudo python setup.py install

Vi consiglio spassionatamente di installare la release ufficiale di django e non quella dagli archivi ubuntu per un puro fatto di aggiornamento della versione, infatti sul canale ufficiale sarete sicuri di avere l’ultima stable-release mentre ubuntu è sempre più indietro in queste cose…

Bene adesso abbiamo tutto ciò che ci serve(r) (battuta di bassissimo umorismo, non ci fate caso, è l’età :-P ).

Procediamo con la creazione del file python che darà le direttive al mod_wsgi sui percorsi della nostra applicazione, nella cartella del nostro progetto, creiamo il file django.wsgi:

vim /home/user/py-srv/applicazione1/django.wsgi

Ipotizzando che la nostra applicazione risieda in /home/user/py-srv/applicazione1 …

Il file dovrà contenere il seguente codice:

import os
import sys

sys.path.append('/home/user/py-srv/applicazione1')

os.environ['PYTHON_EGG_CACHE'] = '/home/user/py-srv/.python-egg'
os.environ['DJANGO_SETTINGS_MODULE'] = 'settings'

import django.core.handlers.wsgi
application = django.core.handlers.wsgi.WSGIHandler()

Ora dobbiamo solamente dire ad apache quale sarà la cartella della nostra applicazione. Per fare ciò editiamo il file default nella cartella sites-available di apache (prima però facciamo una copia del file per sicurezza ;-) ) :

sudo cp /etc/apache2/sites-available/default /etc/apache2/sites-available/default.old
sudo vim /etc/apache2/sites-available/default

Il file dovrà contenere le seguenti configurazioni:

<VirtualHost *:80>
   DocumentRoot /home/user/py-srv/applicazione1/public_html

   WSGIScriptAlias / /home/user/py-srv/applicazione1/django.wsgi
   <Directory /home/user/py-srv/applicazione1>
      Order allow,deny
      Allow from all
   </Directory>

   Alias /favicon.ico /home/user/py-srv/applicazione1/public_html/favicon.ico
   Alias /images /home/user/py-srv/applicazione1/public_html/images
   Alias /static /home/user/py-srv/applicazione1/public_html/static

   ErrorLog /home/user/py-srv/applicazione1/logs/error.log
   CustomLog /home/user/py-srv/applicazione1/logs/access.log combined
</VirtualHost>

Come potete immaginare la cartella “public_html” sarà quella che conterrà i file html pubblici, ovvero i file del template della vostra applicazione.

Bene, se avete fatto tutto nel modo giusto, vi basterà collegarvi all’indirizzo ip che avete già usato prima per testare apache, e vedrete come per magia che funzionerà tutto!

(non funziona? non fate come me che avevo lasciato il vecchio path nel file settings.py, e ci ho perso mezz’ora per accorgermene :-P )

Buon divertimento!